mercoledì 21 aprile 2010

SOGNANDO LONTANO.


Da Monte Ioanaz. Friuli-Venezia Giulia 2008

sabato 10 aprile 2010

HAPPY HOUR. Sarcasmo preventivo.

Sottomarina di Chioggia, 25 maggio 2018.
Presentata al salone della moto di Sottomarina Beach la nuova Ducati XTC Mojito da 4750 cc. L’ultima nata nella casa emiliana andrà ad inserirsi direttamente nel segmento ormai più redditizio del mercato delle due ruote, affiancandosi alle sorelline della categoria definita “moto da aperitivo”: Triumph Spritz Triple 3900, Honda Daiquiri 4500, Buell TXZK6200 Cubalibre, Kawasaki SpritZ 2750, e la bellissima e lussuosissima Bmw GL 8200 Alaska (la casa bavarese non perde mai l’occasione per incentivare l’avventura, n.d.A.). Ma andiamo con ordine. Il nuovo gioiello di Borgo Panigale si può riassumere in due sole parole: esageratamente esagerato. Ricalcando le orme che conducono alla tamaraggine più estrema i progettisti Ducati si sono sbizzarriti in forme opulente in tutto e per tutto. Il manubrio largo ed appositamente studiato per esibire vistose e tatuate muscolature indossando capi leggeri ed alla moda consente una guida facile ed intuitiva nell’insidiosissimo traffico del lungomare delle domeniche estive. Menzione a parte meritano le forme futuriste ed esagerate del faro anteriore, ellissoidale e dotato (di serie!) della croce di nastro adesivo nero per scongiurare qualsiasi problema derivante dalle vibrazioni del pavè (la casa ha fatto sapere che presto sarà disponibile anche la versione senza scotch nero) e degli specchietti che con la loro forma di palma vi regaleranno intense emozioni rimandandovi con la mente alle assolate spiagge della California (a richiesta le palme possono essere sostitute da cannuccie pieghevoli). Il serbatoio, che per le linee sinuose richiama la forma di un calice da cocktail (con tanto di finta cannuccia in fibra di carbonio!), trasparente e dalla generosa capienza di 12 litri consentirà a chiunque di percorrere indisturbati più di 40 chilometri, e potersi recare al locale più alla moda, senza necessariamente fermarsi dal benzinaio e potendo controllare il livello della benzina semplicemente guardandolo come dentro un bicchiere ricolmo del vostro cocktail preferito. Il sellino è da vero “duro della strada”: piccolissimo (circa 20x20cm) ed inarcato in avanti, trasmetterà le fortissime vibrazioni derivanti direttamente e senza compromessi dal poderoso cuore (370 cv per 4.750 centimetri cubici, n.d.A.) e dall’imponente scarico perché è questo lo spirito giusto secondo la tendenza del momento di grave crisi economica: apparire e non essere. Ma è appunto lo scarico la parte più importante e delicata di una moto tuttobere come questa. La voce della Mojito è un condensato delle più moderne tecnologie nel campo dell’acustica. Un team specializzato, composto da tecnici audio di Vasco Rossi e da studiosi del C.N.R., ha messo a punto un sistema che consente al poderoso bicilindrico di esprimersi al meglio trovando affinità musicali con il sound della nota rockstar sintonizzando, inoltre, il possente suono su tonalità bassissime all’esclusivo fine di far vibrare i bicchieri posati sui tavoli del bar per attirare lo sguardo di chi ancora non si è accorto di voi. Semplicemente diabolico!
Inoltre, con l’imponente ruota posteriore da 410 la Mojito consentirà a chiunque di potersi gustare il proprio cocktail preferito davanti al bar senza neanche staccare i piedi dalle pedaline (a richiesta e senza sovrapprezzo, inoltre, sarà possibile equipaggiare la moto con speciali gomme da pavè).
Insomma, una moto completa in tutto, ma soprattutto esagerata in tutto che presto comparirà davanti ai bar più trendy di tutte le località turistiche più trendy del nostro mondo più trendy.
Infine, una nota sulle colorazioni. Questa tuttobere è disponibile in 5 colorazioni diverse. Bianco, Bianco Latte, Bianco Perla, Bianco Opaco e l’appariscente Bianco Ghost.

Ducati Mojito 4750. Verso nuovi aperitivi.

SENZA MOTIVO.


Sul Monte Fumaiolo.
Appennino tosco-romagnolo. 2009

BONNE ROUTE.

QUEL PEZZO DI FERRO




So che è solo un pezzo di ferro che mi porta in giro, ma so anche che al tempo stesso non è “solo” un pezzo di ferro. È “quel pezzo di ferro”, qualcosa in più, è un riflesso di te stesso, rappresenta quello che sei, quello che vuoi. Come affronti la vita. Ti permette di fare una cosa a volte incredibile: semplicemente, andare via. In un attimo ti porta via da tutto, dagli schemi della monotonia, dalla quotidianità che, senza che ce ne accorgiamo, ci svilisce dal profondo, ci abitua ad avere tutto e subito, ci fa apparire come vorremmo e non essere come siamo, che ci fossilizza nelle nostre gabbie. Sembra assurdo che una serie di tubi, ruote ed ingranaggi possano rappresentare tanto, ma è inevitabile che si crei un legame quasi affettivo, soprattutto in chi, abituato come me a viaggiare da solo, vede in lei l’unico contatto con casa e affetti lontani. Subito dopo quel manubrio, davanti a me, si sono susseguite strade e paesaggi talmente diversi e bellissimi da far fatica a ricordarli tutti: la mia Moto è sempre con me, ed io sempre con lei, tra i tornanti, tra le curve, sui rettilinei, negli sterrati, in autostrada, nel bosco, al mare, in montagna, sotto il sole, sotto la pioggia, nella tormenta di neve, mentre penso, mentre rido, mentre piango... Dopo averne passate tante non riesco proprio a vederla solo come il “mezzo” con il quale faccio il Viaggio e supero nuovi orizzonti del mio mondo, è qualcosa in più: è parte attiva del Viaggio, essenza fondamentale “del” e “per” il Viaggio stesso, senza essere seduto lì non potrei provare emozioni così intense. Ne sono sempre più convinto.

BONNE ROUTE.

"da NEL VENTO ARTICO"
CHIOGGIA-VIA BALTICA-VIA KARELIA-NORDKAPP-
VESTERALEN- LOFOTEN-HIGHLANDS-IRLANDA-GALLES-
NORMANDIA
LUGLIO/AGOSTO 2007

giovedì 8 aprile 2010

PERCHE'?


Passione per la moto, passione per la vita all'aria aperta, passione per i viaggi: ecco perchè.
E sappiamo tutti che per queste cose serve esperienza.
Mi piacerebbe poter raccogliere qui varie esperienze di viaggio mie e dei miei amici, purchè sia stato compiuto in solitaria, così da poter imparare e, al tempo stesso, trasmettere qualcosa.
One-Out: uno-fuori, fuori casa, fuori di testa, fuori dai canoni, fuori dal mondo, fuori, semplicemente fuori.

Perchè in solitaria? Non sono un asociale, anzi mi piace molto stare in compagnia, ma per una serie di motivi maturati nel tempo e nei viaggi ritengo che in un Viaggio di quelli in "vecchio stile", per intendersi, dove non conta l'arrivo o la meta, si possa avere un contatto più profondo con le cose e le persone solo se si è da soli.

Perchè in moto? questa risposta la lascio alle parole del grande Robert Pirsig: "Se fai le vacanze in motocicletta le cose assumono un aspetto completamente diverso. In macchina sei sempre in un abitacolo; ci sei abituato e non ti rendi conto che tutto quello che vedi da quel finestrino non è che una dose supplementare di TV. Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c'è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei più uno spettatore, sei nella scena, e la sensazione di presenza è travolgente. E'incredibile quel cemento che sibila a dieci centimetri dal tuo piede, lo stesso su cui cammini, ed è proprio lì, così sfuocato eppure così vicino che col piede puoi toccarlo quando vuoi - un'esperienza che non ti allontana mai dalla coscienza immediata."

Alla prossima.
Bonne Route.